Comunicato Stampa - Gli sbilanciamenti volontari non sono dannosi per il sistema

Data: 26 settembre 2016

 COMUNICATO STAMPA

Gli sbilanciamenti volontari non sono dannosi per il sistema


I fornitori di energia sono stati tirati in ballo come possibili responsabili degli incrementi di costo fatti registrare in questi mesi per i servizi di dispacciamento. Visto che i fornitori di energia (anche definiti grossisti o trader) svolgono un ruolo marginale in questo tipo di servizi, è indispensabile rilevare cosa effettivamente non ha funzionato.Come sottolineato anche durante la recente audizione al Senato di AIGET in materia, i fornitori di energia non influenzano i prezzi del bilanciamento, li osservano soltanto.Svolgono semmai quella funzione che si chiama “arbitraggio”: se osservano che su due mercati connessi l’energia ha prezzi diversi l’acquistano sul mercato dove costa meno e la rivendono dove costa di più. Gli arbitraggi esistono in tutti i mercati e hanno un ruolo positivo, in quanto servono a far scomparire il differenziale di prezzo un po’ alla volta e/o a segnalare anomalie. Ciascuna opportunità di arbitraggio è sana se dura poco e se è contenuta entro limiti ragionevoli. L’arbitraggio è l’essenza del commercio, e dunque non è nulla di strano, si pensi a chi acquista merci in Cina per rivenderle in Europa, è del tutto normale.I fornitori o grossisti sono in tal senso cosiddetti “price taker”, possono solo osservare i prezzi che si formano ed eventualmente fare arbitraggi. Il mercato degli sbilanciamenti dovrebbe servire per aggiustamenti delle quantità e non dovrebbe consentire un sistematico ricorso da parte di Terna ad energia prodotta a prezzi molto elevati.Una volta note le regole di mercato, tutti gli operatori (produttori, grossisti e fornitori) hanno il diritto-dovere di operare cercando di trarne il massimo del valore, che in un mercato competitivo si trasferisce sempre ai loro clienti. Ciò include ovviamente anche l´arbitraggio tra i vari mercati interdipendenti tra loro.Ciò che è emerso grazie alle attività di arbitraggio dei fornitori di energia è quindi anche che i prezzi possono essere influenzati da un set informativo distorto, oppure da posizioni di dominanza di determinati operatori lato produzione.Un esempio di informazione distorta sono le necessità tecniche che portano Terna a fare correzioni dei flussi energetici nel mercato del bilanciamento in tempo reale (es. i limiti di transito dell’energia da una zona all’altra che talvolta causano distorsioni dei prezzi).Le posizioni di dominanza, tipicamente nella produzione di energia, si possono invece risolvere – anche con le norme attuali – non facendo partecipare direttamente ai mercati alcuni impianti a rischio dominanza. Tali impianti possono infatti essere direttamente contrattualizzati da Terna come impianti definiti “essenziali", non incidendo quindi sui prezzi di mercato (peraltro nella sua recente audizione parlamentare la stessa Terna ha evidenziato di aver avanzato all’Autorità una richiesta di essenzialità).

Non ci sembra dunque corretto risolvere la vicenda affermando che gli arbitraggi sono dannosi e puntando a limitare l’accesso dei grossisti al mercato del bilanciamento in tempo reale. Alle attuali regole di mercato già oggi non mancano gli strumenti per contenere i costi del dispacciamento. E’ semmai necessario che nel caso il mercato venga corretto con gli strumenti e i poteri già ora attribuiti al regolatore.
Quando si dice che, in presenza di fenomeni distorsivi, gli sbilanciamenti sarebbero troppo “facili” si sta evidentemente semplificando la realtà. Anche nel periodo gennaio-giugno 2012 in Sardegna, periodo in cui si era assistito ad una maggiore prevedibilità, il segno di sbilanciamento zonale è stato comunque negativo per meno del 60% delle ore e positivo nelle altre ore. Esisteva dunque sempre una significativa componente di rischio nell’attività di arbitraggio, ed il ruolo dei fornitori di energia è stato utile anche per evidenziare l’incongruenza verificatasi.

Va anche ricordata in tal senso la Delibera 197/2013, molto significativa perché chiudeva un’istruttoria relativa proprio al caso della Sardegna. La Delibera concludeva dicendo tra l’altro proprio che non si erano verificati problemi di sicurezza per il sistema. Affermava inoltre che nel mese di giugno 2012 a causa delle attività di arbitraggio dei fornitori di energia il costo dell’Uplift fosse aumentato di 1,5 milioni di euro, meno dell’1% (la stessa Delibera parlava tuttavia di stime e non di analisi puntuali, in quanto non è agevole fare simulazioni in questi ambiti). In definitiva non emersero evidenze particolari di collegamento tra l’innalzamento dell’Uplift (dunque degli oneri di dispacciamento) e gli arbitraggi dei fornitori di energia. Peraltro gli effetti da valutare sarebbero stati ben più articolati e occorrerebbe fare un’analisi sistemica che includa quantomeno: impatti sul PUN, sconti riconosciuti ai clienti finali dai fornitori grazie agli arbitraggi, corrispettivi pagati a Terna per non arbitraggio e oneri di congestione, l’impatto che avrebbe avuto un corretto funzionamento del cavo di connessione col Continente. In conclusione, nell’unica istruttoria approfondita condotta sul tema non emerse affatto un’evidenza di dannosità per il sistema.

Punto fondamentale da ricordare è inoltre che i fornitori di energia trasferiscono, proprio per effetto della concorrenza, gli eventuali benefici conseguiti sui mercati del bilanciamento ai propri clienti finali, attraverso prezzi più contenuti praticati ai clienti. Questo è stato possibile attraverso contratti di fornitura con prezzi addirittura inferiori ai valori del PUN, oppure anche attraverso la compartecipazione agli esiti del mercato del bilanciamento.

Da tempo chiediamo che si apra un tavolo di confronto sul tema, superando una fase concitata di Delibere che si susseguono a ricorsi degli operatori. Oltre a ciò, sarebbe utile uno studio completo ed esteso sul funzionamento dei mercati del bilanciamento, onde poter comprendere le implicazioni delle strategie dei diversi operatori in un’ottica sistemica.

Gli operatori che negli anni hanno ricorso avverso ai vari provvedimenti dell’Autorità hanno infatti già prodotto studi ed analisi autorevoli (a cura ad esempio del RIE di Alberto Clò e di studi legali quali Clarich), che affermano la liceità degli sbilanciamenti volontari. E, cosa più importante, si afferma l’utilità per il sistema elettrico di tali sbilanciamenti, che generalmente riducono i costi di Terna per approvvigionarsi di risorse per il bilanciamento, determinando semmai effetti ridistributivi della marginalità dai produttori ai fornitori ed ai consumatori di energia.


 
Milano, 26 settembre 2016

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